The month of May brings back to my mind the image of my maternal grandmother, Ada, who, like any true blooded teramana at the end of April, was busy planning the May 1st lunch celebrating Workers' Day. My grandmother's house was full of delicious scents that would make my mouth water. For us children, the wait seemed long so I would keep busy playing “1, 2, 3 Star” in the yard with my brothers and cousins.
The virtues is a traditional dish from Teramo in Abruzzo. In actuality, numerous small, local towns claim the original recipe which makes it difficult to identify with certainty where the dish was first created. It is a recipe that welcomes springtime and shows off a sense of hospitality and the generosity of the people of the Teramo area. In ancient times, in fact, this was a hot dish to be presented to neighbors or friends as a sign of friendship.
The name of the dish is the most beautiful aspect to share because it encapsulates the character of the people of Abruzzo; le virtù comes from the virtuosity of the women who, in the spring season, would empty out a wooden piece of furniture used as food storage without throwing anything away. Rather, they would cook all remaining legumes and pasta gone unused during the winter. In so doing, they displayed their virtues by not wasting any food which was considered a precious gift. The various ingredients were divided and cooked in many creations adding only herbs and fresh vegetables.
Today, many restaurants prepare this dish for lunch on the first day of May to celebrate Workers' Day. Over time, the recipe has become more elaborate and sophisticated. The secret, however, is the balance among all the ingredients so that no one single flavor will overpower any of the others. The recipe varies from family to family and from town to town. The most traditional recipe incorporates dried legumes, such as varieties of locally cultivated chick peas and lentils first soaked in water separately, and then boiling them with laurel, onion or garlic.
Many ingredients can be included. Fresh legumes: beans and peas cooked separately with garlic and parsley. Vegetables: zucchini, carrots, celery, potatoes, artichokes, beets, endive, lettuce, cabbage, cauliflower, chicory, spinach, fennel, and rapeseed. Fresh herbs and aromatics: garlic, onion, marjoram, basil, parsley, dill, sage, nutmeg, cloves, pepper, red pepper flakes, wild mint, and wild fennel. Meat: pork chops, raw ham, bacon, liver, bacon, and pork chop. Pasta: any type, from short to long cut, hand-made, durum wheat or fresh (the important thing is to cook the pasta separately and add it at the end). Obviously everything is prepared with extra virgin olive oil.
Happy Spring to all!
Benvenuta Primavera! Il primo di maggio con le sue virtu’
Il mese di maggio mi fa tornare alla mente l’immagine della mia nonna materna Ada, la quale, da brava teramana doc, ogni fine di aprile si accingeva ad organizzare il pranzo del primo di maggio che è il giorno della festa dei lavoratori. La casa di mia nonna si riempiva di odori di cucina che facevano venire l’acquolina in bocca. Per noi bambini l’attesa era lunga ed io facevo fatica ad aspettare quindi giocavo con i miei fratelli e cugini a nascondino in giardino oppure ad 1,2,3 stella in sala.
La tradizione storica di questo piatto nasce nella provincia di Teramo in Abruzzo. Il paese che per primo diede vita a questa tradizione è difficile da identificare, poiché, molti paesi rivendicano la ricetta originale. Per questo motivo possiamo dire che la nascita di questo piatto deriva dall’intera provincia teramana.
Le virtu’ è un piatto che vuole dare il benvenuto alla primavera. E’ una ricetta che fa emergere i sentimenti dell’ospitalità e della generosità della gente del posto. Infatti, anticamente questo piatto veniva cucinato come pasto caldo da donare ai vicini di casa o agli amici.
Il nome del piatto è la cosa più bella da raccontare, perche’ in esso è racchiuso il carattere delle genti della terra d’Abruzzo: Le virtu’ deriva dalla parola virtuosità delle donne che nella stagione primaverile nel ripulire la madia (anticamente era il mobile in legno usato come ripostiglio) non buttavano niente ma cucinavano tutti gli avanzi sia di legumi, sia di pasta, che erano rimasti non consumati durante l’inverno.
La donna virtuosa, perché donava valore al cibo e lo usava come dono prezioso. I vari ingredienti venivano divisi e cucinati separatamente in diversi modi con diverse erbe e verdure fresche. Gli ingredienti poi venivano uniti solo prima di mettersi a tavola.
Oggi, molti ristoranti offrono questo piatto per il pranzo del primo di maggio per celebrare la festa dei lavoratori. La ricetta con il tempo è divenuta più ricca e sofisticata. Il segreto però resta sempre quello di dosare in maniera uguale tutti gli ingredienti in modo che nessun sapore possa sovrastare l’altro.
La ricetta varia da famiglia a famiglia e da paese a paese. La più tradizionale è composta da: Legumi secchi: fagioli di varie qualità, ceci coltivati nelle zone teramane, lenticchie (tutti questi legumi vengono prima ammollati nell’acqua separatamente e poi fatti bollire con erbe locali come il lauro o l’alloro con cipolla o aglio). Legumi freschi: le fave e i pisellini cotti separatamente con aglio e prezzemolo. Verdure: zucchine, carote, sedano, patate, carciofi, bietole, invidia, scarola, lattuga, verza, cavolfiore, cicoria, spinaci, finocchio e rape. Odori: aglio, cipolla, maggiorana, basilico, prezzemolo, aneto, salvia, noce moscata, chiodi di garofano, pepe, peperoncino, menta selvatica e finocchietto selvatico (le erbe tutte rigorosamente fresche). Carni: cotiche di maiale, prosciutto crudo, lardo, lonza, pancetta e guanciale di maiale. Pasta: di tutti i tipi dalle corte a quelle lunghe che vengono sminuzzate a mano, di grano duro o all’uovo, la cosa importante è quella di cucinarle separatamente e unirle solo alla fine.Ovviamente il tutto viene cucinato con l’olio extra vergine d’oliva.
Buona primavera a tutti!