Have you ever seen the movie “Gladiator”? It begins with an exciting battle between the Romans and Germanic tribes. There are massive dart launchers and catapults that throw balls of flame that explode when they hit the trees under which the Germans stand. At one point, it looks as if the entire hillside has been napalmed. Maximus, the general of the Roman army, is played by Russel Crowe, who has all these great lines, like, “Brothers, what we do in life echoes in eternity.” He even has a faithful dog that runs into battle with him.
Overlooking the battle is the Emperor Marcus Aurelius, played by Richard Harris, the better of the two Dumbledors if you ask me, but that is a subject for another article. Shortly after the battle, Marcus Aurelius tells Maximus that he is to be the next leader of Rome. Unfortunately, this is all made up. While, as shown in the movie, Marcus Aurelius did have a son, Commodus, and a daughter, Lucilla, there was no Maximus. Interestingly, the film portrays Marcus as turning over the empire to an adopted son, or as Richard Harris says, “the son I should have had.” This supposed adoption and the ensuing conflict between Maximus and Commodus becomes the film’s premise, which is interesting from a historical perspective.
Marcus Aurelius is listed by historians as one of the Five Good Emperors, along with Nerva, Trajan, Hadrian, and Antoninus Pius. They ruled over the most majestic days of Rome. One of the things that made the Good Emperors good was that having no heir, they selected their successor not on bloodline but on who they thought was best to rule Rome. The exception to this was Marcus Aurelius, who was succeeded by his son Commodus. There is no record of which I am aware that Marcus intended to turn over the empire to anyone other than his son.
However, Marcus Aurelius himself was chosen by a predecessor. Recognizing Marcus’s potential, Hadrian directed Antoninus Pius to adopt him. Marcus Aurelius was destined to rule. He was born into one of Rome’s most distinguished families in the same year as his grandfather’s second term as Roman consul. Although it was primarily considered a ceremonial position at that point in history, it was the highest office in Rome, at least in theory. As a child, he must have been the quintessential Roman boy, enjoying boxing, wrestling, running, and falconry.
Educated by private tutors in literature and philosophy, Marcus also developed his intellectual side. Taking his lessons to heart, at age 11 he decided to live as a philosopher, wearing a rough Greek cloak and sleeping on the ground. Despite being ordered to stop sleeping on the ground by his mother, he continued to think as a philosopher, putting what he learned into practice. Among his tutors was the Stoic Quintas Junius Rusticus, whose grandfather, also a Stoic Philosopher, was executed for his opposition to the tyrannical emperor Domitian. The influence of Rusticus brought Marcus to the understanding that, as emperor, he was to rule not through oppression but on behalf of the people.
While many saw Marcus as the personification of Plato’s Philosopher King, he would have balked at the title. Instead, he saw himself more as a student of philosophy who struggled with putting Stoic principles into practice. Yet, he governed and ruled Rome according to the Stoic tenets in which he was instructed. In so doing, he developed a reputation as a fair and well-tempered emperor of a sound mind.
“Gladiator” got a lot of things right. For example, Marcus Aurelius led several campaigns against the Germanic tribes. During one of these campaigns, he is believed to have written “The Meditations”, the work for which he is best known. I suspect that Marcus would have been surprised to see it considered one of the great works of Western Literature since he had written it for himself, a personal diary of sorts, never intending it to be made public. Pierre Hadot, a French scholar, referred to what is contained within Meditations as spiritual exercises. It is quite literally a self-help book that has inspired millions in the 2,000 years since its writing, assisting them in finding a better way to live.
In the movie, when Marcus speaks with Maximus, he asks Maximus, “How will the world speak my name in years to come.” I believe the answer to that is clear. Marcus Aurelius was a wise man, a student of philosophy who provided subsequent generations with a guidebook on how to lead a virtuous life.
Marco Aurelio, Re Filosofo?
Hai mai visto il film "Gladiatore"? Inizia con una battaglia emozionante tra i Romani e le tribù germaniche. Ci sono lanciatori di dardi massicci e catapulte che lanciano palle di fuoco che esplodono quando colpiscono gli alberi sotto cui si trovano i Germani. Ad un certo punto, sembra che l'intera collina sia stata colpita dal napalm. Massimo, il generale dell'esercito romano, è interpretato da Russell Crowe, che ha tutte queste grandi frasi, come "Fratelli, ciò che facciamo nella vita risuona nell'eternità". Ha persino un cane fedele che lo segue in battaglia.
Ad assistere alla battaglia c'è l'Imperatore Marco Aurelio, interpretato da Richard Harris, il migliore dei due Dumbledor, se mi chiedi. Ma questa è materia per un altro articolo. Poco dopo la battaglia, Marco Aurelio dice a Massimo che sarà il prossimo leader di Roma. Purtroppo, tutto questo è inventato. Mentre, come mostrato nel film, Marco Aurelio aveva un figlio, Commodo, e una figlia, Lucilla, non c'era nessun Massimo. Interessante è il fatto che il film ritrae Marco come se avesse consegnato l'impero a un figlio adottivo, o come dice Richard Harris, "il figlio che avrei dovuto avere". Questa presunta adozione e il conflitto successivo tra Massimo e Commodo diventano la premessa del film, cosa interessante dal punto di vista storico.
Marco Aurelio è elencato dagli storici come uno dei Cinque Buoni Imperatori, insieme a Nerva, Traiano, Adriano e Antonino Pio. Hanno governato nei giorni più maestosi di Roma. Una delle cose che ha reso i Buoni Imperatori tali è stata la scelta del successore non in base alla discendenza, ma in base a chi pensavano fosse il migliore per governare Roma, poiché non avevano eredi. L'eccezione a questa regola è Marco Aurelio, che fu succeduto da suo figlio Commodo. Non esiste alcun documento di cui io sia a conoscenza che indichi che Marco aveva intenzione di consegnare l'impero a qualcun altro che non fosse suo figlio.
Tuttavia, Marco Aurelio stesso fu scelto dal suo predecessore. Riconoscendo il potenziale di Marco, Adriano indicò ad Antonino Pio di adottarlo. Marco Aurelio era destinato a governare. È nato in una delle famiglie più illustri di Roma nello stesso anno del secondo mandato di suo nonno come console romano. Anche se a quel tempo era considerato principalmente una posizione cerimoniale, era l'incarico più alto a Roma, almeno in teoria. Da bambino, doveva essere il tipico ragazzo romano, appassionato di pugilato, lotta, corsa e falconeria.
Educatosi con tutori privati in letteratura e filosofia, Marco ha anche sviluppato il suo lato intellettuale. Prendendo a cuore le sue lezioni, all'età di 11 anni ha deciso di vivere come filosofo, indossando un grezzo mantello greco e dormendo per terra. Nonostante sua madre gli abbia ordinato di smettere di dormire per terra, ha continuato a pensare come un filosofo, mettendo in pratica ciò che aveva imparato. Tra i suoi tutor c'era lo stoico Quinto Giunio Rustico, il cui nonno, anch'egli un filosofo stoico, fu giustiziato per la sua opposizione all'imperatore tirannico Domiziano. L'influenza di Rustico ha portato Marco a capire che, da imperatore, doveva governare non attraverso l'oppressione, ma per conto del popolo.
Molti vedevano Marco come l'incarnazione del Re Filosofo di Platone, ma lui avrebbe esitato a definirsi così. Si considerava piuttosto uno studente di filosofia che lottava per mettere in pratica i principi stoici. Tuttavia, ha governato e guidato Roma secondo i principi stoici in cui era stato istruito. In questo modo, ha sviluppato la reputazione di essere un imperatore giusto e dal temperamento equilibrato, con una mente sana.
"Gladiatore" ha colto molte cose giuste. Ad esempio, Marco Aurelio ha guidato diverse campagne contro le tribù germaniche. Durante una di queste campagne, si ritiene abbia scritto "Le Meditazioni", l'opera per cui è maggiormente conosciuto. Sospetto che Marco sarebbe stato sorpreso di vederlo considerato una delle grandi opere della letteratura occidentale, dato che lo aveva scritto per se stesso, come un diario personale, senza mai intenderlo per il pubblico. Pierre Hadot, uno studioso francese, ha definito ciò che è contenuto nelle Meditazioni come esercizi spirituali. È letteralmente un libro di auto-aiuto che ha ispirato milioni di persone nei 2000 anni dalla sua stesura, aiutandole a trovare un modo migliore di vivere.
Nel film, quando Marco parla con Massimo, gli chiede: "Come parlerà il mondo del mio nome negli anni a venire?" Credo che la risposta a questa domanda sia chiara. Marco Aurelio era un uomo saggio, uno studente di filosofia che ha fornito alle generazioni successive una guida su come condurre una vita virtuosa.