It was our Christmas ritual that was repeated year after year. The same one my mother was subjected to as a little girl: writing letters of Christmas resolutions to parents, grandparents and aunts and uncles. Today, when I look back at it as an adult, I feel emotional thinking that as a child this rite would cause me anxiety or that sometimes I did not even know what to write.
My mother reminded me of writing the letters almost three weeks before Christmas Eve, but my brothers and I would always procrastinate until the last moment.
First, there was the selection of the prettiest cards. The ones with the most embellishments were put aside for my mom and dad. Next, I would choose those for my grandparents and lastly for my aunts and uncles. Locked up in my room with my Italian language dictionary and the dictionary of synonyms and antonyms, I would tackle the first draft in an effort to avoid any mistakes and having to erase anything. My resolutions turned out to always be the same, as over the years I had developed a certain level of creativity in using the dictionary. It was practically my perfect and preferred instrument for writing the same things using different words. Usually, my typical letter would begin with: “I promise to behave better in the coming year, not bicker with my brothers, be diligent in school, kind to grown-ups, etc.”
When the letters were ready, my brothers and I would go to the dining room where the Christmas Eve table was set up and we would place our cards between each dinner plate and bowl so that the corners would stick out a bit, making them visible by the intended recipient. Before dinner and after the prayer, the reading of our letters would begin. My mom was usually the first to read them. She would start with my oldest brother’s, then mine and then my youngest brother’s. She would always be moved, hugging and kissing us affectionately. Next, it was my dad’s turn. He would laugh, give us pecks on the cheeks, hug us, and tell us that he was grateful for our good intentions. We would continue reading our letters among laughter and grammatical corrections. After having opened and read all the cards, we would receive money as a prize for our resolutions. Sometimes, between dinner and going to the midnight Mass, we would recite Christmas poetry the school teacher had us memorize while everybody munched on traditional homemade sweets such as sfogliatelle and bocconotti or even walnuts, dried figs or dates. All together we played tombola – the Italian Christmas raffle or card games.
Today, this tradition of the resolution letters has almost completely disappeared and the new generations have conformed to more modern ways of celebrating Christmas. I think it is a pity to have lost this beautiful Christmas tradition!
Merry Christmas to all of you!
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Le Letterine dei Buoni Propositi per il Natale
Era il rito del nostro Natale che si ripeteva anno dopo anno. Lo stesso rito che mia madre da piccolina era costretta a fare. Il rito delle letterine dei buoni propositi da scrivere ai genitori, ai nonni e agli zii. Oggi, con gli occhi da adulta, mi viene la commozione al pensiero che da bambina questo rito delle letterine mi metteva agitazione e a volte non sapevo neppure che cosa scrivere.
Mia madre mi ricordava di scrivere le letterine quasi tre settimane prima della Vigilia di Natale ma io ed i miei fratelli arrivavamo sempre all’ultimo momento.
In primis, c’era la selezione delle letterine più belle, quelle con la porporina le mettevo via una per mamma ed una per papà, poi le seconde erano per i miei nonni e alla fine le meno belle erano distribuite, dalla più carina alla meno carina, agli zii; Ovviamente le più carine erano per gli zii più simpatici. Rinchiusa in camera, concentrata con il mio dizionario d’italiano e con il dizionario dei sinonimi e contrari, davo il via alla scrittura della brutta copia onde evitare di commettere errori con conseguente cancellatura sulla letterina. I propositi erano sempre gli stessi, negli anni avevo sviluppato una certa creatività nell’utilizzare il dizionario dei sinonimi e contrari; Praticamente era il mio strumento perfetto e preferito per poter scrivere le stesse cose utilizzando parole diverse. Di solito la classica letterina cominciava con: “Prometto di essere più buona nell’ anno avvenire, di non bisticciare con i miei fratelli, di essere diligente a scuola, di essere gentile con le persone adulte etc…
Una volta scritte tutte le letterine, mi recavo insieme ai miei fratelli nella sala da pranzo, dov’era imbandita la tavola della Vigilia di Natale e mettevamo le letterine tra il piatto fondo e il piatto piano, in modo che sporgessero lateralmente e fossero visibili ai riceventi. Prima di iniziare la cena, dopo la preghiera, si dava inizio alla lettura delle letterine dei buoni propositi. Di solito la mia mamma era la prima a leggerle, iniziava con quella di mio fratello, poi con la mia e a seguire quella di mio fratello più piccolino. Mia madre si commuoveva sempre e ci abbracciava e baciava con affetto. Poi era il turno di mio padre, che rideva e ci dava dei puffetti sulle guance, ci abbracciava e ci diceva che era grato dei nostri buoni propositi. Si continuava così la lettura delle nostre letterine tra risate e correzioni grammaticali. Alla fine della lettura, noi bambini ricevevamo dei soldi come premio per i buoni propositi promessi. A volte, dopo il cenone, a noi bambini piaceva decantare le poesie natalizie imparate a memoria a scuola per trascorrere il tempo prima di andare alla messa di mezzanotte, si continuava a mangiucchiare i dolci tipici fatti a mano come: le sfogliatelle e i bocconotti o anche le noci, i fichi secchi, i datteri etc… Si giocava tutti insieme a tombola oppure, con le carte napoletane, a sette e mezzo o a piattino.
Oggi le letterine dei buoni propositi non esistono quasi più, le nuove generazioni si sono standardizzate ai nuovi modelli moderni nel celebrare il Natale. Penso che sia un peccato aver perso questa bellissima tradizione Natalizia!
Affettuosi Auguri di Buon Natale a tutti voi!