Rome’s parks and gardens are now in the hands of inmates with green thumbs. The initiative, a joint project of the city and justice ministry, aims to smooth prisoners’ reintegration into society once their sentence has been served. About 100 inmates will receive training at a gardening school in Rome before spending their weekdays pruning and cleaning the gardens. Prisoners must first volunteer and be accepted into the program – no former Mafiosi or life sentences are eligible. The Eternal City has barely 100 gardeners tending its 100,000 acres of green areas, so everyone benefits from the program. Claudio Iacobelli, a supervisor of the prisoner-gardeners says, “Not only does this project make them feel useful, but for them, every minute spent outside is one minute less spent in prison.” “Who knows, maybe one day one of us will do this as a job, to stay on the outside rather than ending up back in prison,” says Umberto, one of the younger members of the group.
I parchi ed i giardini di Roma sono ora nelle mani di detenuti con il pollice verde. L’iniziativa, un progetto concordato tra il Comune della Capitale ed il Ministero di Giustizia, si propone di favorire il reinserimento dei carcerati nel tessuto sociale una volta scontata la pena. Circa 100 di essi saranno addestrati presso una scuola di giardinaggio a Roma prima di impiegare la propria settimana potando alberi e pulendo giardini. I detenuti debbono offrirsi su base volontaria ed essere accettati nel programma, da cui sono esclusi ex-mafiosi ed ergastolani. La Città Eterna dispone di appena 100 giardinieri addetti alla manutenzione degli oltre 440 mila ettari di aree verdi, per cui tutti potranno goderi dei benefici di tale iniziativa. Claudio Iacobelli, un supervisore dei detenuti-giardinieri ha dichiarato che “questo progetto non solo li fa sentire socialmente utili, ma per essi ogni minuto trascorso all’esterno è un minuto in meno passato all’interno delle mura carcerarie.” Umberto, uno dei più giovani membri del gruppo ha aggiunto: “Chissà, forse un giorno uno di noi lo farà come un lavoro, per rimanere libero anziché tornare in prigione.”