An Italian court ruled against a trade union-sponsored petition calling for a referendum to repeal the Jobs Act. The legislation, championed by former premier Matteo Renzi, made it easier for companies to hire and fire employees. In certain cases, financial compensation for the fired employee is provided instead of job reinstatement. Renzi believed the Jobs Act introduced greater flexibility into the Italian labor market. The ruling provides new Prime Minister Gentiloni relief as he pledged to build on Renzi’s reforms. The trade union is expected to continue to challenge the reform issue.
No al referendum sull’articolo 18, sì a quelli sui voucher e sugli appalti. È questo il verdetto della Consulta della Corte Costituzionale chiamata a decidere se dare o meno il via libera ai tre referendum abrogativi per i quali il sindacato Cgil aveva fatto una raccolta firme. I tre quesiti riguardavano le modifiche all’art.18 sui licenziamenti illegittimi contenute nel Jobs act, le norme sui voucher e il lavoro accessorio e le limitazioni introdotte sulla responsabilità solidale in materia di appalti. Il Jobs Act è una riforma del diritto del lavoro promossa ed attuata dal governo Renzi per consentire facilitazioni nell’assunzione e nel licenziamento dei dipendenti, introducendo pertanto una maggiore flessibilità sul mercato del lavoro in Italia grazie anche al superamento l’art.18 che sostituisce il diritto al reintegro con un indennizzo economico in caso di licenziamento senza giusta causa. La sentenza della Corte Costituzionale dà una piccola mano a Paolo Gentiloni, sostenitore della riforma, che almeno per ora disinnesca la prima mina sotto la sua poltrona di presidente del Consiglio. Dal canto loro, Sindacati e opposizioni al governo pensano già alla prossima battaglia.