Fano Adriano is a medieval town nestled in the “Sicilian Valley” inside the National Park of Abruzzo between the slopes of the Gran Sasso, and the Monti della Laga. It probably stands on the ruins of an ancient Roman settlement, as its orginal Latin name “Fanum Adriani” seem to suggest. The collapse of the Roman Empire threw the small town in a state of complete isolation, exacerbated by the destruction of the Cecilia Street, the only road connecting it to Rome. During the 15th century, the entire area became part of the Kingdom of Naples. Fano Adriano, under the ruling of Pardo Orsini, was part of the Marquis of the Valle Siciliana, and remained under the Kingdom until the unification of Italy.
St. Peter and Paul is the town’s most important church, famous for its magnificent rose window dating back the 16th century. It is situated in the town center, and it is the first monument people encounter upon entering the town. The bell tower - a masterpiece of architectural beauty, played deafeningly loud on the occasion of the annual celebrations honoring St. Valentine, the town’s patron saint - is visible from any corner and makes visitors feel as if they were part of the Fano community. Inside the church, the eyes are immediately drawn to the sculptures of two angels resting on the Baroque altar: one is a white, the other a black angel. The first time I saw the altar, I was struck by so much forward thinking. For sure, through the presence of these sculptures, the church preserves the great cultural openness that the town cultivated over the years. On the holy water font dating back to 1636, are carved the 7F representing the town’s motto that all the Fanesi know: "The Fanesi were Strong; be Strong even now, Sons of Fano".
The Hermitage of the Annunciation is located on the top of the San Marcello hill. Its exterior structure was built with blocks of local sandstone. Inside, it houses an altar dating back to the 17th century. The carvings on it show popular representations suggesting that once the Hermitage was a place of worship or a lookout post, thanks to its enviable location affording a wonderful bird’s eye view.
Walking around Fano Romano’s various neighborhoods enclosed by streets and alleys of breathtaking beauty, one arrives to the area known as Moreno, and the church of San Rocco. During the hot summer days, the residents enjoy strolling around, and drinking from the Fountain of the Cannalecchia. The 7Fs are engraved on the lower portion of the structure, alongside the coat of arms of Fano Adriano. The steps located on the side of the Cannalecchia lead to “the wall”, a gathering place for young people and lovers of all ages, and a perfect spot for late night conversations while enjoying the view of the imposing Gran Sasso.
“The Grove” was a popular meeting place for Fano’s youths. Today, unfortunately, it is abandoned. In the hot summer evenings, people would gather there to dance under the shadows of the trees, sit down for a drink and socialize until late, while in the winter they would go to the “to enjoy its skiing facilities, and mountain hut.
Among the many families from Fano Adriano are the Riccionis, Nisiis and the de Arcangelis, who preserved the town’s traditions by leaving behind many writings and doing volunteer work so as not to allow the new generations to loose a sense of belonging and attachment to their roots. I wish to dedicate this article to Uncle Fernando Riccioni, who today is over 80 year old, and lives in Youngstown, OH. He is a man of great generosity, who despite having left Fano Adriano a long time ago, has never forgotten it, and still cherishes in his heart the memory of his native land.
https://www.lagazzettaitaliana.com/travel/8266-fano-adriano-and-its-7fs#sigProId2c3ec8fb57
Fano Adriano con le sue 7F
Fano Adriano è un antico borgo che fa parte della “Valle Siciliana” situata all’interno del Parco Nazionale D’Abruzzo tra le pendici del Gran Sasso D’Italia e i Monti della Laga. “Fanum Adriani” Fanum: tempio, il primo nome del paese, deriva dall’Antico Impero Romano, pare infatti che l’area si sviluppò sopra le rovine dell’Antico Impero. Dopo la caduta dell’Impero l’area visse un periodo d’isolamento, perché venne distrutta la “Strada Cecilia”, l’unica via percorribile che collegava il paese a Roma. Nel ‘400 Fano Adriano fece parte del Regno di Napoli con il Marchesato della Valle Siciliana sotto la Signoria degli Orsini.
La chiesa principale di “San Pietro e Paolo”, con il suo magnifico rosone del ‘500, è situata al centro del paese ed è il primo monumento in cui ci si imbatte arrivando nella cittadina. La spettacolarità del campanine, una bellezza architettonica che viene fatta suonare in modo assordante nella giornata di celebrazione di San Valentino, patrono del paese, è visibile da qualsiasi parte ci si trovi e ti fa sentire tutt’uno con la comunità fanese. All’interno della chiesa la cosa che colpisce sono gli angeli scolpiti e situati sull’altare barocco: da una parte un angelo bianco e dall’altra un angelo nero. La prima volta che vidi l’altare rimasi colpita da tanta emancipazione. Di sicuro questa chiesa conserva con queste sculture una grande apertura culturale che il paese ebbe negli anni andati. L’acquasantiera del 1636 sono scolpite le 7F che rappresentano il motto che tutti i fanesi conoscono: “Fanesi Furono Forti Fatevi Forti Figli Fanesi”.
L’Eremo dell’Annunziata costruito esterrnamente con blocchi di arenaria locale, sul colle San Marcello, conserva all’interno un altare del ‘600 dove ci sono delle rappresentazioni popolari che lasciano pensare che un tempo l’Eremo fosse un luogo di culto o una zona di avvistamento data la sua collocazione invidiabile dalla quale si gode una panoramica meravigliosa.
Tra i vari quartieri di Fano Adriano che sono racchiusi insieme tra strade e vicoli di una bellezza mozzafiato si arriva fino a quello dei Moreni dove si trova la chiesetta di San Rocco.
I fanesi nelle calde estati amano passeggiare e recarsi a bere alla “fonte della Cannalecchia” dove anche qui nella parte più bassa del fontanile si trovano scolpite le 7F e lo stemma di Fano Adriano. Gli scalini laterali alla fonte portano al “muretto” un luogo di ritrovo da sempre dei giovani dove sono nati e nascono i primi amori, si parla fino a tardi ammirando il panorama con il Gran Sasso che fa da padrone e si respira un’aria di libertà.
Un tempo un altro posto di ritrovo dei giovani fanesi era il “Il boschetto” oggi purtroppo abbandonato. “Il boschetto” era vissuto nelle serate calde estive per ballare sotto gli alberi, sedersi a bere qualcosa e socializzare fino a tardi. Mentre durante l’inverno un luogo di ritrovo era la baita di “Prato Selva” con i suoi impianti sciistici e il suo rifugio.
Tra le tante famiglie originarie di Fano Adriano ricordiamo i Riccioni, i Nisii e i de Arcangelis, che hanno mantenuto nel tempo la tradizione del paese lasciando molti scritti e facendo lavori di volontariato per non far perdere lo spirito di appartenenza del posto alle nuove generazioni.
Vorrei dedicare questo articolo a zio Fernando Riccioni oggi ultra ottantenne che vive a Youngstown OH, uomo di grande generosità umana, che pur lontano da molti anni, non ha mai scordato la sua Fano Adriano e conserva il ricordo della sua terra natale nel cuore.